Prima di affrontare una qualsiasi disamina sulla recente situazione in materia di legislazione urbanistica e territoriale, è opportuno trattare, anche se solo sommariamente, le vicende che hanno caratterizzato in questo settore il Paese. Per farlo è opportuno partire dalla legge fondamentale, ancor oggi vigente, la 1150 del 42. È unanime il coro di coloro che la considerano come una legge di grande contemporaneità che seppe proiettare il Paese tra quelli più innovativi nel settore. Nessun Paese europeo, a quella data, aveva una legge così attuale. Ma, purtroppo, la forza di quel dibattito decennale divenuto legge finì per affievolirsi già qualche lustro dopo. I problemi della ricostruzione e dell’inurbamento dovuto ad una repentina variazione del sistema economico nazionale finirono per rendere inattuale la nuova legge alla gestione delle trasformazioni. Oggi, ad oltre 50 anni di distanza quella legge, è ancora il cardine del sistema urbanistico italiano. Infatti, anche se nel corso degli anni la Legge 1150 è stata soggetta a modifiche e correzioni da altre leggi , la sua struttura rimane ancor oggi quella originaria ;anzi alcune leggi e sentenze costituzionali ne hanno persino ridotto l’efficacia . La situazione che ci si trova a gestire è il frutto di quella legge, e di quelle che gli fanno da cornice, ma soprattutto di una indifferenza politica sorda ai richiami di una seria politica prima urbanistica e poi territoriale. Non è mancato negli anni lo sprone del dibattito culturale, anzi nel tempo è andato completandosi, rafforzandosi; è mancata, e manca ancora ,una seria volontà politica. Non è che sia venuto meno il confronto culturale, che anche in questi anni è stato un prezioso stimolo, non è invece ancora matura (anche se ci sono buoni segnali ) la convinzione politica che una nuova legge urbanistica è una priorità per questo paese, la cui storia e valenze del paesaggio naturale e antropico sono famose a tutto il mondo. Che la pianificazione sia non tanto priorità, ma strumento essenziale della gestione territoriale non è un concetto tanto avvezzo alla nostra cultura di governo. Anzi le ultime legislazioni, quelle soprattutto degli anni ‘80 hanno dimostrato proprio il contrario palesando la loro cultura urbanistica, per esempio, nella Legge 47 / 85, quella che ha inteso riparlare di materia urbanistica a partire dal condono di tutto ciò che non si doveva fare. E quando c’era la cultura, non maturò la volontà di applicare la legge. Infatti, dopo l’approvazione della L. 1150 / 42 non si riuscì ad applicarne i disposti. Il periodo postbellico, che avrebbe dovuto, in campo urbanistico, muovere da quella legge appena approvata, venne vinto dal ricatto dell’emergenza: quella della ricostruzione.