Cenni di storia All’origine, il rapporto dell’uomo con la pietra aveva scopi diversi da quelli edilizi. Pietre lavorate per essere taglienti ed appuntite fu una delle prime risposte funzionali; poi le pietre furono lavorate per divenire recipienti, oggetti sacri e d’arte. Solo più tardi la pietra divenne elemento costruttivo. Anche se i primi agglomerati risalgono al neolitico centrale è solamente con la fertile pianura mesopotamica e la civiltà egiziana che la cultura della “città di pietra” ha origine e sviluppo. L’utilizzo della pietra in edilizia è andata successivamente intensificandosi i fino ad assumere la supremazia, rispetto agli altri usi, con la conquista della Grecia da parte dei Romani. Dopo aver spogliato i monumenti e la terra conquistata, i romani scoprirono sulla costa del Tirreno conformazioni rocciose simile ai marmi bianco grigiastri dell’Ellenia e cominciarono a cavarli per abbellire le città . Con la caduta di Roma l’attività estrattiva e l’utilizzo si ridusse notevolmente. E’ solamente con il Basso Medioevo e con la classe mercantile che la pietra torna ad abbellire la città. Il primo Rinascimento ne implementa l’uso anche se la stagione non durò molto. La crisi sociale, religiosa e le guerre europee ridussero, infatti, l’utilizzo del nobile materiale soprattutto in ambito ornamentale. L’intonaco modanato e pigmentato prese il suo posto. Il marmo sviluppo il suo utilizzo soprattutto nelle forme ornamentali, negli intarsi (persino le più piccole cappelle di campagna facevano a gara nel dotare il proprio altare di marmi policromi) o in rivestimenti verticali e pavimentazioni di dimore signorili. L’ottocento ed il periodo dell’industrializzazione è storia di ieri. Il novecento di oggi. La casa rurale La disponibilità locale di materiale ha, di fatto, sempre privilegiato la produzione di tipi di manufatti; quel tipo, che nella ripetitività e perfezionamento assume nel tempo il carattere di Spirito dei luoghi. I grandi complessi della Grecia classica sono caratterizzati dal tipico bianco grigiastro delle sue cave, così come quelli egiziani dal granito della Valle del Nilo. La vicinanza alle cave, caratterizza anche le architetture minori attraverso l’impiego del materiale negli elementi funzionali; gli stipiti, i davanzali, le soglie, i portali. Questo vale per i rossi e rosati cavati nella montagna veronese, per i calcari della zona vicentina o d’Istria, per quelli dell’Appennino pugliese. Nelle più semplici e funzionali corti della realtà agreste, i materiali lapidei hanno avuto un impiego prevalentemente funzionale. Dalla soglia di casa alla macina del mulino, dall’anello del pozzo, al trogolo dei porci il materiale lapideo ha, nella casa sui campi, una funzione pratica prima che estetica. Le funzioni della praticità I motivi che hanno agevolato nella cantieristica preindustriale agreste l’utilizzo del materiale lapideo hanno natura pratico-funzionale dovuta alle qualità meccaniche del materiale. Reperibilità e facilità nella lavorazione sono altri motivi che hanno concorso al suo utilizzo. Ma vediamo quali sono stati gli elementi lapidei più usati nella costruzione della casa di campagna per l’utilizzatore medio.